



L’AGAS esprime profonda tristezza per la scomparsa di Elisabetta Settembrini, stimata grafologa e collega di grande sensibilità e competenza.
La sua passione per la disciplina e la dedizione verso i suoi allievi e collaboratori hanno lasciato un segno indelebile nella nostra comunità professionale.
Nel ricordarne il valore umano e scientifico, ci uniamo al dolore della famiglia e di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla e lavorare con lei.
Un sentito, grande e grato abbraccio, ovunque tu sia!
Roberto

Come l'amore cresce dentro di te, così cresce la bellezza. Perché l'amore è la bellezza dell'anima.
S. Agostino
Queste due scritture, tratte dal suo libro Grafologia e psicologia delle edizioni Mediterranee, appartengono a Elisabetta Settembrini e rappresentano la sua evoluzione verso la luce e l’armonia.
Nella prima scrittura, di molto tempo fa, il calibro è grande lo spazio tra le righe molto piccolo con intricamenti; la grafia è rovesciata nell’inclinazione, la pressione è molto appoggiata, ma soprattutto c’è una forte tensione interiore che verticalizza le forme restringendo lo spazio tra le lettere e rendendo la scrittura angolosa: in una struttura di forte personalità, si registrano suscettibilità, opposizione, reattività aggressiva, anche se sempre con grande controllo. Gli addossamenti, i frequenti infangamenti, i buchi, le “i” piccole e sospese uniti agli allunghi appuntiti, la grandezza del calibro, la pressione forte e il rovesciamento, i grandi spazi tra le parole dimostrano un’inquietudine interiore rivendicativa, insieme a una sofferenza emotiva in un costante contrasto che non si placa.
Nella seconda scrittura tutto si è invece placato: la scrittura è morbida, armoniosa e fluida, leggera e allargata tra le lettere, non c’è più il rovesciamento, ma neanche ci sono più le angolosità; ha perso completamente la tensione rivendicativa e sofferente ed è diventata l’immagine stessa di un cammino interiore di pace e di perdono. Uno straordinario cambiamento che può fare in modo così incredibile solo chi ha già in se stesso un potenziale di luce e di amore: “Non occorre essere poeti o scrittori per questo”, afferma la stessa Elisabetta Settembrini nel suo libro sopra citato, “basta essere semplici, non aver paura di scoprire nella scrittura cose che in noi ci spaventano, ma desiderare che questo avvenga, rendendo il sentimento protagonista di questa grande esperienza: è la scrittura stessa a darne conferma nel tempo: al cambiamento interiore corrisponde il cambiamento nella scrittura”.
Addio, cara Elisabetta. Che la terra ti sia lieve.
Elena Manetti
A Elisabetta, faro illuminante
Faro di giovinezza,
m’illumini il senno,
mi sciogli i grumi frenanti,
m’inviti a scorgere scenari di vita inattesi.
Poetessa dell’Anima,
che cogli il non-visto,
che abbracci il peccato,
che sfiori il recondito motus vivente.
È suadente il rinascere.
Sei mutata in aria fluttuante,
sei viva memoria ispirante,
impronta indelebile d’Essere.
Grato,
con Te fluttuo
nell’infinito flusso d’Adesso.
A Te,
con Te,
mia professoressa.
Elisabetta Settembrini è stata per me il primo faro quanto mai illuminante del mio percorso di studio della grafologia che, grazie ai frequenti incontri con lei, quando ero molto giovane, è stato un mirabile viaggio alla scoperta di me stesso, delle mie paure, delle mie tensioni interiori, delle mie forme di orgoglio che nel tempo si sono sciolte per una guidata accettazione e una sapientemente sollecitata consapevolezza del loro intrinseco valore emancipativo.
È stata una donna unica e creativa.
Le sono stato e continuo a esserle grato.
Roberto Travaglini